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L'arte gotica in Italia. Firenze e la Cattedrale di S. Maria del Fiore.

Il Trecento è un secolo segnato da guerre, epidemie, peste nera e rivolgimenti sociali. 
Fu proprio in questi anni che si formò una nuova classe sociale desiderosa di assumere il controllo della città e ottenere un giro d'affari vantaggioso. Per venir incontro a queste necessità, nell'Italia settentrionale, nacquero i primi Comuni liberi, guidati da famiglie borghesi e gestiti nel solo interesse della classe sociale di appartenenza. 
A questo seguì il malcontento del popolo, secondo il quale diede vita a feroci guerre civili che finirono con il portare quasi tutti i Comuni a trasformarsi in Signorie/Principati il cui potere era destinato ad una sola famiglia. 
Diversa, però, fu la situazione del Regno di Napoli poiché la centralità del potere era nelle mani dello stato, e la concezione feudale della proprietà terriera in mano a poche famiglie nobili, fedeli al re. 
Si assistette, per la prima volta in Italia, ad un'attività edilizia senza precedenti: infatti, i vari Comuni iniziarono a dotarsi di imponenti cinta murarie pari in grandezza, bellezza e significato. 
La costruzione di questi edifici avvenne per motivi prettamente propagandistici, e l'imponenza dell'edificio era pari alla potenza del Comune che lo ospitava. A ciò seguì l'edificazione di cattedrali e palazzi pubblici, le cui funzioni svolte erano assai simili. 
Non fu un caso se dopo o durante la costruzione di questi edifici tutto ruotasse attorno ad essi.
La città iniziò a mutare e vi fu un aumento anche della popolazione. Iniziarono ad innalzare i propri edifici verso l'alto con la costruzione di torri, perché non vi era più spazio in cui costruire.

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Firenze da sempre fu una delle città più ricche e potenti d'Italia. Simbolo del fervore edilizio dell'epoca, fu la città in cui Arnolfo di Cambio gettò le basi di tutta l'architettura fiorentina, tra cui il Duomo di Firenze, anche detto Cattedrale di S. Maria del Fiore. Alla sua morte rimase incompiuto e fu ripreso in seguito, verso la metà del Trecento, da Francesco Talenti, secondo il quale dovette sottostare al progetto precedentemente iniziato per motivi economici oltre che di spazio.
Del vecchio progetto Talenti conservò le fiancate laterali della cattedrale, e allungò le tre navate così da trasformare le quattro campate centrali in altrettante campate quadrate. Tale invenzione diede alla chiesa una maggiore misurabilità. Al lato della Cattedrale Giotto aveva iniziato a erigere il basamento del nuovo campanile. 
La pianta longitudinale a croce latina fa riferimento all'arte paleocristiana. Vi si accede ad essa per mezzo dei gradini esterni, i quali ci conducono a tre portali: quello centrale molto più ampio rispetto ai due laterali, che come nell'arte romanica ci trasmettono, ancor prima di entrare, quale sarà la visione che avremo una volta all'interno dell'edificio.
Ad ogni portale corrisponde una navata, seguita da colonne le cui dimensione in larghezza sono pari al corpo della colonna stessa. Le navate ci permettono di percorrere l'intero edificio e arrivare ai bracci della croce, che, fanno da transetto alla chiesa e nelle cui tribune sono presenti a sua volte cinque cappelle. La terza tribuna che segue lungo la navata centrale, ossia l'abside, evidenzia un prolungamento della pianta, oltre la cupola a base ottogonale. 
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Alla costruzione della Cattedrale di S. Maria del Fiore contribuirono quasi tutte le Arti di Firenze, ed in particolar modo l'Arte della Lana. 
La bellezza di questa cattedrale è permeata dal fascino che la riveste e dalla costruzione della cupola che vide la luce soltanto un secolo dopo sotto la guida di Filippo Brunelleschi, la quale riuscì a trovare una tecnica costruttiva in grado di procedere alla costruzione della cupola senza l'impiego di armature di sostegno. 

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