Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento Futurista, il 20 febbraio 1909 pubblicò a Parigi il primo manifesto futurista sul quotidiano Le Figaro. Parigi, città decantata dai più grandi artisti del 900', evidenzio' come lo stesso Marinetti abbia pubblicato il manifesto in Francia, perchè l'Italia, nonostante l'alone di progresso che la accompagnava, era legata a forme d'arte classiche che non lasciavano spazio alla nascita di un nuovo movimento.
Il futurismo promulgava il disprezzo per la donna, per il romanticismo esasperato e il chiaro di luna. L'amore era considerato come una semplice e pura un'invenzione dei poeti. Glorificavano la guerra come sola igiene del mondo. Miravano alla distruzione dei musei, delle biblioteche e delle accademie di ogni specie, pensate come "cimitero" dell'arte. Bisognava liberare l'Italia dalla cancrena di professori, ciceroni, archeologi ed antiquari che la rivestivano.
Fu proprio a ridosso della rivoluzione industriale e l'inizio della prima guerra mondiale che essi decantarono le grandi folle agitate dal lavoro, spinte dal piacere e dalla sommossa.
La velocità dell'automobile fu paragonata in bellezza e perfezione alla Nike di Samotracia.
E fu proprio con lui che prese vita la visione del superuomo di Nietzsche, legata in forza e pensiero al partito fascista. Prevalse la figura di un uomo la cui volontà superava ogni limite ed inibizione.
Atteggiamenti provocatori, però, che con il tempo iniziarono a svanire. Lo stesso Marinetti si ammorbidì, nacque un secondo futurismo con un estetica più femminile, dolce e creativa.
Era il 1912 quando Valentine de Saint Point declamò nella sala Gaveau di Parigi con l'appoggio di Marinetti Il Manifesto della Donna futurista.
La donna e il suo ruolo nella società mutarono finalmente. Donna cultrice della propria volontà e virile sino alla violenza. Donna estranea alle rivendicazioni del femminismo ortodosso. Cosciente di una potenza esclusiva. Valentine de Saint Point rispecchiava tutti i principi marinettiani. Lo spettacolo era la sua vita, e le sue performance legavano l'espressività del corpo e del sentimento alla danza da lei denominata "Metachorie". Si acquisisce un linguaggio nuovo. Valentine mise in scena, attraverso i suoi movimenti il controllo degli istinti e dello spirito, una danza antipsicologica.
Fu proprio a ridosso della rivoluzione industriale e l'inizio della prima guerra mondiale che essi decantarono le grandi folle agitate dal lavoro, spinte dal piacere e dalla sommossa.
La velocità dell'automobile fu paragonata in bellezza e perfezione alla Nike di Samotracia.
E fu proprio con lui che prese vita la visione del superuomo di Nietzsche, legata in forza e pensiero al partito fascista. Prevalse la figura di un uomo la cui volontà superava ogni limite ed inibizione.
Atteggiamenti provocatori, però, che con il tempo iniziarono a svanire. Lo stesso Marinetti si ammorbidì, nacque un secondo futurismo con un estetica più femminile, dolce e creativa.
Era il 1912 quando Valentine de Saint Point declamò nella sala Gaveau di Parigi con l'appoggio di Marinetti Il Manifesto della Donna futurista.
La donna e il suo ruolo nella società mutarono finalmente. Donna cultrice della propria volontà e virile sino alla violenza. Donna estranea alle rivendicazioni del femminismo ortodosso. Cosciente di una potenza esclusiva. Valentine de Saint Point rispecchiava tutti i principi marinettiani. Lo spettacolo era la sua vita, e le sue performance legavano l'espressività del corpo e del sentimento alla danza da lei denominata "Metachorie". Si acquisisce un linguaggio nuovo. Valentine mise in scena, attraverso i suoi movimenti il controllo degli istinti e dello spirito, una danza antipsicologica.
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